Abstract
I diritti della libera circolazione dei lavoratori provenienti dall’UE si sono sviluppati molto dai Trattati di Roma a oggi e non è mai stato più facile trasferirsi da un paese internamente dell’unione a un altro. La finalità di questa tesi è capire se le persone migrano a causa dei diritti che hanno ottenuto tramite l’UE; l’Italia è utilizzata come esempio. La nostra ipotesi è che ci sia una mancanza d’identità europea che fa si che la migrazione in Europa non avvenga come conseguenza del mercato interno ma a seguito delle condizioni strutturali interne di ogni singolo paese. In questo periodo gli interessi differenti degli stati membri sembrano evidenti, soprattutto dopo il discorso del primo ministro del Regno Unito David Cameron sull’appartenenza dell’UE all’inizio dell’anno. La tesi è suddivisa in tre parti principali: Lo sviluppo storico dell’UE, migrazioni e il mercato del lavoro in Italia e infine una parte dedicata all’identità europea, compreso l’atteggiamento italiano rispetto all’UE e lo sviluppo dell’identità nazionale italiana. Descriviamo lo sviluppo storico della collaborazione europea dal 1951 a oggi, focalizzandoci sulla libera circolazione dei lavoratori e il ruolo avuto dalla Corte di giustizia tramite le sue sentenze relative allo sviluppo del mercato interno della mano d’opera. In particolare le due sentenze degli anni 60’ che affermarono l’efficacia diretta e il primato del diritto europeo, evidenziando la grande influenza che l’UE ha sulla vita dei cittadini europei. Descriviamo le teorie principiali dell’integrazione europea, l’intergovernativismo e soprattutto il neofunzionalismo, quest’ultimo per illustrare come l’integrazione in un’area possa portare a integrazione successiva in altre aree della collaborazione europea, qui inteso come il cambiamento della libera circolazione dei lavoratori, prima unicamente per la forza lavoro, poi a includere tutte le persone con le loro famiglie, studenti e disoccupati. Con il Trattato di Maastricht, l’allora Comunità Europea è diventata l’Unione Europea, dove tra l’altro è stata istituita la cittadinanza dell’UE e l’affermazione della libera circolazione delle persone a sostituzione della libertà di circolazione dei lavoratori. Nel 2005 la Costituzione europea fu rifiutata evidentemente perché i paesi europei non si sentivano pronti per questo grande passo, forse a confermare che dopo tutti gli anni l’UE consiste ancora in una cooperazione intergovernativa con dei forti stati indipendenti. Dopo osserviamo i fattori e le motivazioni che portano gli abitanti europei a migrare. Come esempio usiamo l’Italia perché è un paese con una lunga storia di migrazione, sia interna sia estera. Descriviamo la storia di migrazioni e la struttura del mercato del lavoro per analizzare i fattori interni che hanno condizionato la scelta della parte d’italiani che ha lasciato il paese. Il mercato del lavoro è in genere stato molto rigido ed è difficile trovare lavoro in Italia a causa della crisi perciò i giovani sono costretti a cercare lavoro fuori d’Italia. Il flusso dei laureati all’estero ha avuto la definizione “la fuga dei cervelli” e costa un miliardo di euro all’anno per l’Italia. Puntiamo sulla storia dell’identità nazionale italiana, di come il legame degli italiani sia più forte verso la regione d’origine che verso l’intero paese. In genere l’atteggiamento degli italiani verso l’UE è stato più positivo della media degli altri paesi. L’UE è formata da 27 paesi europei che hanno in comune la vicinanza geografica e che hanno scelto politicamente di accettare normative comuni valenti per tutti gli stati membri. Ogni paese è caratterizzato dalla sua identità e i motivi della migrazione sono spesso da ricercare all’interno delle carenze strutturali del paese di appartenenza rispetto ad una reale applicazione dei diritti del mercato interno del lavoro. Siamo dell’idea che la libera circolazione di lavoratori abbia facilitato gli spostamenti in altri paesi europei ma che l’identità nazionale dei popoli faccia si che i migranti ritornino nei loro paesi di appartenenza, richiamati dal forte senso di origine e cultura nazionale. Per esempio, in tempi di crisi le persone lasciano il paese d’origine a causa delle condizioni nazionali, ma se potessero, magari resterebbero nel loro paese. Affinché le persone possano usufruire al meglio delle grandi opportunità nate con l’UE, tra cui il diritto di libera circolazione delle persone, dovrebbe affermarsi una cultura e identità europea condivisa dalle singole nazioni e dai cittadini dell’unione.
Educations | MA in International Business Communication (Intercultural Marketing), (Graduate Programme) Final Thesis |
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Language | Danish |
Publication date | 2013 |
Number of pages | 133 |